Le stablecoins sono delle criptovalute il cui prezzo è ancorato a quello di altri assets.

In questo articolo vi spiego quali sono e cosa le caratterizzano.

A cosa servono le stablecoins

In un mercato estremamente volatile come quello delle criptovalute, le stablecoins sono degli ottimi rifugi per sfuggire alle repentine variazioni dei prezzi.

Per diversi trader, l’obiettivo principale non è quello di accumulare criptovalute ma quello di aumentare il proprio capitale in valuta fiat.

Per questo si rifugiano in stablecoin in attesa di trovare il momento opportuno per entrare nel mercato alla ricerca di profitto sia a breve che a medio periodo.

Ne esistono di vari tipi e con caratteristiche differenti.

Stablecoins legate a valute fiat

Le principali stablecoins in termini di capitalizzazione sono Tether (USDT), USD Coin (USDC) e Binance USD (BUSD). Tutte sono nella top ten di Coinmarketcap in termini di capitalizzazione.

Il loro prezzo è ancorato al dollaro e si chiama currency peg. Un USDT deve corrispondere a un dollaro e questa stabilità deve essere garantita.

Tether è quella più capitalizzata e più utilizzata nelle transazioni. Si trova sulle blockchain Ethereum e Bitcoin ma anche su altre come Binance Smart Chain, Solana e Tron. Chi utilizza exchange centralizzati come Binance avrà notato infatti la presenza di varie chain per prelievi di Tether.

Chi vuole utilizzare Tether come stablecoin su exchange decentralizzati come Raydium su Solana o ApolloX su BSC, potrà utilizzare USDT sulla chain apposita.

Ognuna di queste stablecoin deve avere un corrispondente collaterale in dollari depositato presso una banca a discapito della decentralizzazione. Questa copertura va comunque garantita per la stabilità del sistema.

DAI ha un funzionamento diverso. Si tratta di un token ERC20, ancorato al prezzo del dollaro ma con collaterale in Ether anziché in dollari. È gestito da Smart Contract e con una maggiore decentralizzazione.

DAI è regolata dal protocollo MakerDAO che ne può votare i cambiamenti.

Questo permette il suo utilizzo come principale stablecoin nelle piattaforme di lending/borrowing come AAVE, Compound o Maker. La sua stabilità è data dai collaterali depositati in monete volatili per ottenere i prestiti.

Pur essendo il dollaro la valuta fiat di riferimento nel mondo cripto, non implica che non esistano altre stablecoin. Un esempio è EURST ancorata al prezzo dell’euro.

Bisogna sottolineare che il concetto di stabilità è relativo. Tokens legati al dollaro subiscono comunque le fluttuazioni rispetto ad altre monete fiat. Ad esempio , chi ha acquistato USDT o USDC quando con un euro si potevano acquistare 1,2 dollari, nell’estate del 2022 si è trovato con un guadagno verso l’euro del 20% in quanto il cambio euro-dollaro è giunto al pareggio.

Tokens ancorati a criptovalute

I token Wrapped sono legati ad altre criptovalute. L’esempio principale è WBTC o Wrapped Bitcoin ovvero una stablecoin legata al prezzo di Bitcoin.

Bitcoin, avendo una sua blockchain, non può essere scambiata al di fuori del suo ecosistema. Per ovviare esiste WBTC, un token ERC20 che permette scambi nella blockchain Ethereum.

Per garantirne la stabilità, chi li gestisce deve possedere Bitcoin depositato come collaterale.

WBTC non è l’unico caso, lo stesso metodo viene utilizzato con altri token come RENBTC e altri token meno capitalizzati.

Tokens legati ad altri assets

Alcuni tokens sono fortemente legati al prezzo di alcune materie prime.

Un esempio è PAXG, token legato al prezzo dell’oro e spesso monitorato dai traders in quanto ha solitamente un andamento inverso a quello di Bitcoin.

Stablecoin algoritmiche. Il caso TerraUSD

Questa spiegazione è doverosa in quanto questo articolo viene redatto nel momento del crollo clamoroso della stablecoin UST e dell’ecosistema Terra.

Innanzi tutto, una stablecoin algoritmica prevede un collaterale in un’altra criptovaluta volatile. Entrambe sono gestite dalla stessa entità.

TerraUSD (UST) era fortemente legata a LUNA (poi rebrandizzata in LUNC) che invece era soggetta a volatilità. Il sistema utilizzato è quello dell’arbitraggio fra le due monete. In questo caso la stabilità era garantita da uno Smart Contract.

Vendendo un dollaro in UST, si creava un dollaro in LUNA e viceversa. Chi prendeva in prestito UST poteva anche depositarli su Anchor Protocol, una piattaforma dove ottenere rendite passive fino al 20%.

Questo sistema di arbitraggio ha mantenuto il sistema ma con i dovuti limiti. Infatti non ha retto a un attacco speculativo.

Essendoci stata una massiccia quanto immediata fuga di capitali, il sistema è crollato a causa della mancanza di liquidità. Ciò ha portato al depeg di UST rispetto al prezzo del dollaro e a un corrispondente crollo di LUNA fin quasi a zero.

È stata la stablecoin UST a essere crollata. Quello di LUNA è stata una conseguenza obbligata a causa del legame fra le due monete.

Questo ha rappresentato il principale crollo di una top ten in tutta la storia delle criptovalute.

Il crollo del sistema Terra è stata una lezione importante per capire l’immaturità del mondo DeFi e di quanto va ancora fatto per migliorare questo sistema.

L’esperienza insegna come Bitcoin è e rimane il leader indiscusso del mercato. Parlando invece di DeFi, pur essendoci in giro molti progetti validi, nessuno di essi si avvicina ancora lontanamente all’ecosistema Ethereum.

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