Le pool di liquidità sono un elemento fondamentale della finanza decentralizzata. È grazie a questa soluzione che è possibile effettuare transazioni su piattaforme decentralizzate.

In questo articolo spiego il funzionamento e alcuni suoi rischi. Non sono presenti consigli finanziari ma solo informazioni puramente tecniche.

Cos’è una pool di liquidità

A differenza degli exchange centralizzati in cui sono loro stessi a fornire liquidità, in un exchange decentralizzato o in una piattaforma di lending/borrowing sono gli investitori stessi a fornirla.

Infatti le transazioni sono peer-to-peer, ci sono utenti che forniscono liquidità, altri che la necessitano per le loro operazioni.

Le transazioni avvengono tramite una pool di liquidità gestita da smart contract che possiamo immaginare come un calderone dove, al suo interno, si trovano una coppia di criptovalute distribuite al 50% ciascuna.

In questa pool di liquidità ci sono utenti che la forniscono e si chiamano liquidity provider in un exchange decentralizzato tipo Uniswap o Pancakeswap o lender in una piattaforma di lending/borrowing come AAVE o Compound.

Quelli che ne usufruiscono sono rispettivamente i trader o i borrower.

Senza liquidità all’interno di una pool, semplicemente non ci sarebbero fondi per le transazioni. Per questo le piattaforme stimolano gli investitori a fornire liquidità tramite rendite passive più o meno vantaggiose.

Come funziona una pool di liquidità

Quando si fornisce liquidità a una pool, occorre sempre aggiungere due diverse monete per il 50% ciascuno del corrispettivo valore in dollari. Naturalmente bisogna possedere il capitale in un wallet non custodial e collegarlo all’applicazione.

Nel caso di Uniswap, principale exchange decentralizzato per volumi, posso fornire liquidità solo con Ether o con token ERC-20 quando opero all’interno della blockchain di Ethereum.

Ad esempio. Se fornisco liquidità alla coppia ETH-USDT, devo depositare il 50% di ciascuna moneta. Se decido di fornire 1 ETH, il corrispondente, in questo momento storico, deve essere di circa 1.300 USDT.

Non è necessario effettuare nessun calcolo. Nel momento in cui l’utente sceglie la prima criptovaluta e l’ammontare, una volta scelta la seconda appare il suo corrispondente.

Fatto ciò, l’utente deve firmare l’operazione con il proprio wallet per vedersi scaricare il capitale impegnato.

Token LP

Una volta fornita liquidità a una pool, si ottiene un token LP, acronimo di Liquidity Provider. Questo token conferma la partecipazione a una determinata pool.

Se abbiamo fornito liquidità con mille dollari mentre la pool ne contiene centomila, la nostra partecipazione è del 1% e viene confermata dal possesso del token.

Da questo momento, si comincia a guadagnare dalle commissioni generata dalle transazioni dei trader. Nel caso di Uniswap, la pool guadagna lo 0,3% su tutte le operazioni. Queste commissioni vengono aggiunte alla pool e distribuite in proporzione alla partecipazione. In questa maniera la nostra quantità di token LP aumenta sempre in proporzione.

Se, nel frattempo, la liquidità nella pool è passata da centomila dollari a un milione, la nostra partecipazione si è ovviamente diluita.

In molte piattaforme, il Token LP può lavorare per farci guadagnare anche il token di governance. Nel caso di Pancakeswap si può depositarlo per farmare il token CAKE che può essere periodicamente riscattato e accumulato sul proprio wallet.

Per ritirare il proprio capitale, è sufficiente smettere di farmare il token LP e restituirlo nella pool di liquidità per poi vedersi nuovamente accreditate le criptovalute inizialmente depositate. Ma con delle differenze.

Impermanent Loss

L’impermanent loss è un aspetto fondamentale da considerare quando si decide d’alimentare una pool di liquidità.

Quando si fornisce liquidità, le due criptovalute hanno due valori corrispondenti a quel valore di mercato. Esso però cambia nel tempo, quindi la pool va continuamente bilanciata.

Questo avviene tramite l’arbitraggio, ovvero quando cambia il prezzo di una delle due monete, i trader vanno ad acquistarla sull’exchange decentralizzato in quanto il prezzo è più vantaggioso. Questo avviene fino a riequilibrarlo con quello degli altri exchange.

Impermanent Loss, immagine estratta dalla Binance Academy

Come evidenziato dal grafico estratto dalla Binance Academy, in caso di variazione del prezzo di una delle monete, si potrebbe ottenere un guadagno minore rispetto al semplice hodling.

In caso di salita del prezzo, occorre considerare la funzione a destra del 100%, in caso di discesa a sinistra. Nel secondo caso si nota come l’Impermanent loss potrebbe essere notevole.

Chiaro che, in caso di una pool con due stablecoin, l’impermanent loss è praticamente nullo, tuttavia le commissioni sarebbero limitate a causa degli scarsi scambi.

L’impermanent loss è ininfluente in caso di possesso del Token LP in quanto il prezzo potrebbe ribilanciarsi. Diventa un Permanent Loss solo quando depositiamo il token e recuperiamo le nostre criptovalute.

Infatti non ritireremo le stesse quantità di monete fornite inizialmente in quanto il prezzo, nel frattempo, è cambiato.

Conviene partecipare a una pool di liquidità?

Questo tipo di operazioni andrebbe riservato a utenti esperti che conoscono questo mondo e i suoi rischi.

Per guadagnare in una pool di liquidità, è fondamentale che:

Permanent Loss < Commissioni + Farming del token di governance

Non è detto che si possa guadagnare depositando i propri capitali in una pool. Potrebbe sbilanciarsi verso una delle due monete e vedere i propri capitali a rischio, inoltre bisogna stare attenti a commissioni insostenibili da parte di piattaforme esotiche in quanto il rischio scam potrebbe essere sempre dietro l’angolo.

Ciascun utente deve fare le proprie valutazioni prima di effettuare questo passo.

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