Il 2022 è stato un anno particolare nel mercato delle criptovalute. Il Bear Market più lungo della storia delle criptovalute è stato molto difficile per gli investitori, soprattutto quelli improvvisati e ignari delle complessità di questo settore.

Andiamo ad analizzare in breve quanto accaduto.

Prezzo di Bitcoin nel 2022

Monitorando la ciclicità del prezzo di Bitcoin, si prevedeva una chiusura negativa, cosa che sta effettivamente accadendo. Non per nulla gli unici anni in chiusura negativa sono stati il 2014 e il 2018, quindi sempre fra i due halving.

Il 2021 ha coinciso con il ATH a 69k e dallo scorso Novembre il prezzo di Bitcoin non ha più smesso di scendere. Questo mentre il mercato si preparava alla salita fino a centomila dollari.

Ora, in tutti i mercati, nessun asset sale all’infinito ma il suo prezzo è fatto di saliscendi. Il prezzo raggiunto in questo momento storico, intorno ai 16k, corrisponde a quello all’inizio della bullrun a fine 2020 e non abbiamo ancora raggiunto i supporti storici come quelli a 13k.

Ciò vuol dire che il crollo di Bitcoin è fisiologico e non implica che sia tutto finito con buona pace dei giornalisti dei quotidiani improvvisati esperti. Al contrario si stanno creando le basi per una futura ripartenza in un mondo crypto più consapevole. Quando avverrà è impossibile saperlo, questo a prescindere dal prossimo halving.

Prezzo delle altcoins nel 2022

Mentre il prezzo di un asset non può salire all’infinito, può invece andare a zero e rimanerci, soprattutto se è una moneta priva di un valore intrinseco ma dettata da mera speculazione.

Solo nel 2022 circa dodicimila fra tokens e criptovalute non valgono più niente e rimarranno dei numeri insignificanti nei wallet di molti investitori.

Ora, il mercato delle criptovalute segue l’andamento di Bitcoin. Se la criptovaluta che comanda il mercato, con una dominance del 40%, scende da 69k a 16k in dodici mesi, è normale che le altcoins vengano spazzate via.

Il 2022 ha dimostrato come, a parte Bitcoin e parzialmente Ethereum, c’è un vuoto a livello di adozione, tecnologia e fiducia degli investitori.

Questo con buona pace degli investitori improvvisati speranzosi di trasformare cento euro in diecimila comprando una memecoin. Investire in criptovalute senza competenze rende maggiori le probabilità che questi cento investiti euro diventino zero.

Nel 2022 molti di questi investitori hanno compreso di tasca propria che questo mercato non rende ricchi acquistando monete inutili con la foto di un cane. Al contrario, rischia di rendere molto poveri.

I casi LUNA e FTX

Chi si aspettava, a fine 2021 che uno dei principali exchange centralizzati come FTX, forse quello meglio strutturato per il trading speculativo sui derivati, andasse in bancarotta?

Oppure, chi si aspettava che una delle top ten come LUNA, con una blockchain promettente, con pochi progetti ma ben strutturati, dopo un’impennata del prezzo da pochi dollari a centoventi in poche settimane, potesse rivelarsi una truffa colossale andando a zero?

Io no. Eppure è successo e la lista sarebbe ancora lunga con i vari Three Arrows Capital, Celsius Network e altre realtà. Al momento ci sono tutte le premesse affinché la lista si allunghi.

Ciò dimostra che solo un utente cripto preparato, con conoscenze delle tecniche di trading, del mondo delle criptovalute sia lato CeFi che Defi, con un’opportuna mindset e con una visione pragmatica e non integralistica di questo mondo può affrontalo da vincitore.

Ma soprattutto che la decentralizzazione dovrebbe rimanere un fondamento di questo mondo. Bitcoin è nato per essere una moneta non di proprietà e staccata dalle banche centrali. I vari servizi centralizzati sono un controsenso i cui effetti stanno venendo a galla con una fuga verso il self-custodial dopo il crollo di FTX.

La frase not your keys, not your crypto dovrebbe essere un mantra per i gli investitori che invece viene spesso bypassata per comodità e impreparazione.

Futuro del mondo delle criptovalute

Il mondo delle criptovalute sta cambiando rapidamente e le nuove regolamentazioni non faranno altro che accelerare questo cambiamento. Da qui al 2024, in cui entrerà in vigore il MiCa, succederà ancora di tutto e per questo occorre essere preparati.

Bisogna considerare che le cripto non sono solo speculazione ma soprattutto blockchain, infrastrutture su cui vengono sviluppate applicazioni decentralizzate fra DEX, piattaforme di lending, marketplace di NFT, gaming e tanto altro.

La blockchain è già parte della vita reale con utilizzi che vanno dalla telemetria dei voli alle carte d’identità, alle supply chain e tanto altro. Tutto ciò non porta alla morte del mondo cripto ma solo a una sua trasformazione in cui la decentralizzazione potrebbe raggiungere nuovi sviluppi.

Siamo alle porte del Web 3.0, in cui blockchain, NFT e metaverso sono alcuni degli elementi che lo caratterizzeranno. Sta per cambiare il nostro modo di navigare e d’interagire con la rete e il mondo delle criptovalute ne sarà protagonista.

Siamo agli albori di una possibile adozione di massa, sta a noi stabilire se godersi questo cambiamento oppure subirlo.

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