I bambini e i ragazzi di oggi interagiscono con internet già dai primi anni di età.
Ciò implica una preparazione e una responsabilizzazione da parte dei genitori per tutelare la salute dei propri figli.
Sono problematiche che non hanno vissuto i nostri genitori, tuttavia il parental control è un aspetto prioritario che richiede disciplina e preparazione da parte dei genitori di oggi.
In questo articolo condivido la mia esperienza da informatico e da padre, tenendo a sottolineare che le figure più competenti per discutere un argomento del genere sono gli psicologi specializzati nel settore.
Cervello dei bambini. Cosa sapere.
Noi quarantenni siamo cresciuti a suon di cartoni animati giapponesi che, a guardarli ora, non permetterei mai ai miei figli di guardare. Eppure già dalle elementari avevamo accesso a immagini veloci a cui il nostro cervello non era preparato.
I cartoni animati di oggi, selezionati per fasce d’età, sono ben più adatti allo sviluppo corretto del cervello dei bambini.
Potremmo sorridere nel vedere i nostri cuccioli guardare Peppa Pig mentre noi ricordiamo ancora Jeeg e Goldrake, eppure ritengo quanto disponibile oggi ben più educativo di quanto avevamo a disposizione negli anni ottanta.
Questo perché, in base alle varie letture consultate nel periodo di crescita dei miei figli, il loro cervello non è ancora adeguato a immagini così veloci e un impatto continuo rischia di portare a conseguenze anche irreparabili visibili in fase di sviluppo.
Bambini al ristorante
Frequentando i locali pubblici mi capita spesso di vedere bambini, anche in tenera età, con in mano telefoni e tablet. Così stanno buoni dicono certi genitori.
Certo a tutti piace mangiare una pizza in santa pace senza rincorrere i nostri figli per i corridoi. In effetti io stesso sono stato qualche volta al ristorante con i miei bambini per poi uscire senza ricordare cosa ho mangiato.
Piuttosto che forzarli a stare buoni dando loro un dispositivo elettronico, ho preferito optare per ristoranti dotati di angoli con delle sale giochi. Almeno qui in Polonia ce ne sono parecchi.
Non serve niente di particolare, basta un tavolino con pennarelli e fogli per disegnare. Sono bambini.
Non ho mai dato il mio telefono a mio figlio per “stare buono” perché mi ha sempre dato una sensazione d’ipnosi e perché un bambino ha il diritto di correre e scatenare la propria energia.
Piuttosto ho preferito che passasse il suo tempo fra macchinine e giocattoli, magari con altri bambini, mentre noi mangiavamo in santa pace. Sempre però con un occhio alla sua sicurezza. Anche due.
Quando dar loro un cellulare
La mia risposta è “il più tardi possibile”.
Il cellulare in mano a un bambino è un’arma pericolosa. Possono telefonare a chiunque e ricevere chiamate da malintenzionati. Possono navigare in rete, venir individuati, bullizzati o rapinati.
Certo ha vantaggi come quello di monitorare la loro posizione, ciò non toglie che un oggetto del genere va gestito consegnandolo nell’età più avanzata possibile.
Ci sono compromessi come gli smartwatch, in cui si può monitorare la posizione e gestire la rubrica con i numeri con cui interagire. Oltretutto il costo è irrisorio.
Questa è una valida soluzione per iniziare magari in vista di un campo estivo ma sempre in collaborazione con i responsabili della gita che lo ritireranno quando non è previsto il contatto con la famiglia.
Inoltre, non è necessario fornirli dell’ultimo IPhone. Potrebbe bastare un vecchio cellulare senza internet e con le opzioni di base. Certo non c’è il monitor della posizione ma si può rimanere il contatto. Dopotutto è un telefono e serve per telefonare e spesso i nostri cassetti ne sono pieni.
Queste ultime soluzioni andrebbero comunque bene a ragazzi in fase pre adolescenziale, i bambini dovrebbero comunque rimanere privi di ogni dispositivo.
Bambini e computer
Anche qui bisogna prestare molta attenzione sia a quello che guardano che per quanto tempo.
Il controllo dovrebbe essere continuo e rigoroso. Il tempo a disposizione dovrebbe passare da una mezz’oretta per poi salire con l’età, il tutto con il giusto controllo della navigazione.
Non avendo la televisione (i miei figli non l’hanno mai avuta) i primi cartoni animati li guardavano su Youtube. I programmi venivano scelti insieme e con i giusti limiti. Ad oggi la ritengo una scelta oculata.
Riguardo i videogiochi, occorre attenersi rigorosamente alle indicazioni. Se un gioco è adatto a bambini di dodici anni, significa che i bambini più piccoli non devono giocarci. Questo a causa della velocità e violenza delle immagini.
La scusa del “ah, ma gli altri”
Credo che molti genitori responsabili abbiano sentito dai figli che “sono gli unici a non avere il cellulare”, “gli unici che mancano nel gruppo Whatsapp” o “gli unici che non giocano a Fortnite”.
Quale occasione migliore per parlare con gli altri genitori? Vedrete che anche loro saranno gli unici a non aver dato un cellulare o l’accesso a un determinato gioco al proprio figlio.
Pensiamo ai nostri di figli.
Applicazioni per gestire i limiti
Browser e sistemi operativi
I nostri figli devono poter navigare in sicurezza, per cui suggerisco un sistema operativo sicuro come Linux.
Non preoccupatevi della difficoltà, Ubuntu è di una facilità disarmante ed è più facile gestire un PC con un sistema operativo a basso rischio di attacco che uno con tanti bug.
Riguardo il browser, il consiglio è di utilizzare Brave. In caso d’accesso a un sito potenzialmente fraudolento, si godrà comunque di un buon livello di protezione.
Cellulari
Sui cellulari con Android consiglio di attivare il Google Family Link. Questa applicazione consente di monitorare la posizione del proprio figlio, di gestire le applicazioni e i tempi.
Con il Google Family Link si possono disabilitare applicazioni come il browser oppure concederle con un tempo limitato. Si può anche gestire il tempo in in cui il cellulare può essere utilizzato e quando deve essere spento per andare a dormire.
Ricordo che un cellulare è fatto per telefonare e ricevere telefonate.
PC
Sui PC con Windows si possono gestire i tempi tramite il Microsoft Family Safety. Anche qui le funzioni sono le stesse. Ci sono limiti soprattutto nella gestione della navigazione ma è comunque una buona soluzione.
Su Ubuntu si può installare il Timekpr. L’amministratore può gestire gli orari d’accesso di tutti gli utenti e la durata. Allo scadere del tempo a disposizione l’account subirà un logout automatico.
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